Tutti si sono indignati alla notizia degli incendi in Amazzonia. Tutti si preoccupano se c’è un incidente in una centrale nucleare, come a suo tempo per Fukushima.I politici dei vari paesi dicono la loro, ma resta il fatto che persino il movimento ambientalista che muove intorno a Greta Thunberg non ha ancora una strategia. Eppure questa strategia esiste. E’ stata già pensata: da Immanuel Kant, prima, nel 1795, da Hans Kelsen poi nel 1934. 

Ne “Per la pace perpetua”, un veloce scritto del 1795, Kant aveva già trovato la soluzione ai conflitti fra potenze, ai problemi di giurisdizione internazionale, alle questioni relative alle modalità di esecuzione del diritto internazionale. E Kelsen ribadisce le tesi kantiane nel suo “lineamenti per una dottrina pura del diritto”.

Seguendo le loro intuizioni, le intuizioni di due filosofi del diritto, i cambiamenti climatici e le relative emergenze ambientali in atto in questi anni possono avere un solo luogo di risoluzione, ed è quello di una autorità sovranazionale che abbia la sovranità territoriale per intervenire ovunque ce ne sia bisogno, sia per dettare regole sugli standard di consumo energie, sia per intervenire sulle catastrofi ambientali, sia per regolamentare i conflitti territoriali ed evitare o sanzionare dunque le invasioni e le guerre.
Con una legittimità di potere e giurisdizione che nasce dal riconoscimento democratico dei paesi che ne sottoscrivono l’adesione. Una nuova e rinnovata ONU, insomma, con una legittimazione e una rappresentanza veramente democratica e veramente internazionale. Rivedere la costituzione delle Nazioni Unite è la strada maestra.
Perché il pianeta non può più aspettare.

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