Rimessi in fila gli aggrovigliati eventi (vedi seconda puntata) che hanno portato a questa guerra, proviamo adesso a rispondere alla domanda “cosa può fare l’Occidente” non dal punto di vista dei cittadini ma dal punto di vista della politica internazionale. Ovvero concentriamoci sui governi occidentali (USA, Europa, Regno Unito)

E’ ormai una vulgata diffusissima sui social che la Nato abbia qualche responsabilità nello scoppio di questa crisi. Su questo tema ho già dato la risposta, ovvero che l’allargamento della Nato, tra 1999 e 2008 se ha prodotto l’isteria di Putin, non può in alcun modo essere considerato per ciò stesso un elemento di responsabilità in questa crisi (Gramellini su Repubblica: come la storia della minigonna che provoca lo stupratore”).

Va detto che però c’è una parte di verità sul tema delle responsabilità NATO, e anche dell’Europa: in questa guerra, forse come in tutte le guerre, nessuno è innocente a parte le vittime.

Ma la responsabilità della Nato e dell’Europa in questa guerra è precisamente all’opposto di quell’accusa di “ingerenza, allargamento, estensione, imperialismo” che viaggia sui social (Canfora, Caracciolo, e altri, a non dire di Fusaro che non considero nemmeno in quanto di professione fa il provocatore becero e non il filosofo). 

La responsabilità dell’Europa e degli USA è stata proprio il contrario dell’allargamento: è stata aver lasciato da sola l’Ucraina.

Cominciamo dalla NATO: ha accolto praticamente tutti i paesi ex satelliti dell’URSS, ma non l’Ucraina. Già da anni l’Ucraina l’aveva chiesto e la NATO ha detto no, o quantomeno ha sempre tergiversato. Per esempio, al vertice NATO di Bucarest del 2008, a cui fu invitato Putin (segno che le relazioni erano buone), di fronte alla richiesta di Georgia e Ucraina la NATO rispose: “un giorno, forse”. Come chiunque sa quando sente una risposta del genere, è un chiaro segnale di voler rimandare la questione sine die. E perché? Perché questa differenza? A livello geopolitico si capisce bene: esattamente per non inasprire la Russia di Putin (quindi chi incolpa la Nato oggi sappia che ha fatto esattamente quello che gli accusatori le accusano di non aver fatto, cioè ha obbedito a Putin). Aggiungasi che forse ha pesato anche la considerazione che Georgia e Ucraina non erano stati ex satelliti, ma proprio membri dell’URSS all’epoca. Forse quindi c’è stata anche un po’ di discriminazione cultural-politica: come a dire “voi non siete Europa come Polonia o Ungheria, voi siete o eravate pezzi di URSS”.

In tutti i casi, è con ogni evidenza dunque falso che la NATO ha colpa in questa crisi di imperialismo, perché ha chiuso le porte all’Ucraina e non le ha aperte.

Si accusa ancora gli USA di aver finanziato dal 2014 la guerriglia delle squadre paramilitari ucraine (tra cui alcune neonaziste) contro i russofoni del Donbass.

Ora, è vero che ci sono stati 14mila morti civili nel Donbass dal 2013. E’ anche vero che ci sono squadre paramilitari neonaziste che agivano lì (e Zelensky farebbe bene a prendere pubblicamente le distanze), ma è vero che ve ne sono anche dall’altro fronte, quello filorusso, e il peso dei partiti neonazisti nel parlamento ucraino è del 1%, minore dunque di quanto sono da noi i parlamentari più o meno direttamente coinvolti col neofascismo (fonte: Limes, numero del 10 marzo 2022).

Non è poi vero, o perlomeno non è provato in alcun modo, che vi siano contractor al soldo USA o militari USA nel Donbass, o che vi siano stati (sempre fonte Limes) mentre è noto che dal 2014 nel Donbass vi sono truppe russe, anche se in incognito (cosiddetti “uomini verdi”).

Cosa se ne conclude? Che la Nato non ha mai messo piede in Ucraina, volutamente, e che gli USA non si sono mai interessati all’Ucraina, nonostante le richieste, probabilmente perché territorio ben lontano dai loro interessi geopolitici.

E’ vero invece che con il ritiro dall’Afghanistan Putin ha pensato che gli USA sono in fase di debolezza e di rivalutazione delle loro priorità dall’Asia centrale ai confini con l’Europa, e forse questo spiega perché dopo 8 anni di tensione con l’Ucraina, dal 2014, per il Donbass abbia scelto questo momento.

Dunque gli USA sono in ritirata, militare, strategica e geopolitica, non in avanzata, come dicono le menzogne di questi giorni, in questi anni nell’Europa est e in Asia.

E l’Europa? L’Europa ha a mio parere la più grande responsabilità di aver abbandonato l’Ucraina. Vicina a stringere accordi commerciali, rifiutati poi da Janukovic nel 2013 per imposizione di Putin, la nazione ucraina ha talmente protestato per volere gli accordi (proteste EuroMaidan, 2014) da far fuggire il presidente. Però l’Europa a seguire non ha raccolto le richieste. Ha lasciato che Poroshenko e poi Zelensky giocassero su due tavoli (quello Ue e quello Russia, perché in questi anni la Russia non ha mai smesso di fornire gas all’Ucraina) senza esplicitamente “accogliere” l’Ucraina.

Attualmente la Turchia è in partnership con l’UE, nello status di “candidata” a entrare. [la cosa è in sospeso per la situazione dei diritti umani in Turchia, non proprio da livello europeo]. Poiché la situazione dei diritti e della giustizia in Ucraina non è certamente peggiore di quella turca, perché l’Ue non ha preso posizione per candiare l’Ucraina a una organizzazione che può essere criticata quanto si vuole ma almeno non è una alleanza militare e non poteva dare adito a sindromi di accerchiamento?

Perché gli stati europei, tra cui il nostro, si accorgono con alti proclami che l’Ucraina è culturalmente e storicamente europea soltanto dopo che l’invasione è cominciata? E venti giorni prima dell’invasione, quando Putin non l’aveva ancora annunciata, le diplomazie USA e europee hanno abbandonato fisicamente Kiev?

Oggi forniamo armi all’Ucraina. Non entro nel merito se sia giusto o no, [è una domanda moralmente troppo difficile da rispondere e chiunque lo fa lo fa con troppa leggerezza], ma di sicuro l’Europa poteva fornire appoggio e protezione economica, dunque strumenti pacifici, molto molto prima. E questo avrebbe significato che un’invasione di Putin in Ucraina sarebbe stata una invasione di uno stato quasi-Ue o proto-Ue. Una mossa che forse non sarebbe stata fatta, nemmeno da un criminale come lui. Perché Putin è un criminale, ma non è un folle suicida.

Putin ha invaso la Georgia nel 2008 e la Crimea e poi il Donbass nel 2014. USA o Europa, dichiarazioni a parte, hanno fatto qualcosa? Il Nulla. Pertanto Putin ha pensato che poteva continuare a fare quello che voleva.

Le responsabilità dell’Occidente ci sono, dunque. E sono nei comportamenti egoisti e opportunisti per cui si è lasciato l’Ucraina morire della sua morte, quasi a lasciare che fosse lei il cuscinetto sacrificale contro le ambizioni imperiali di Putin. 

Tutto il contrario di quello che una falsa propaganda, che vede uniti in strana alleanza tendenze di estrema destra sovranista (da sempre vicina a Putin e anti-europea, e anzi finanziata da Putin, come dimostrano anche le vicende processuali di casa nostra) e nostalgici del comunismo (come se la Russia oggi fosse ancora l’URSS di allora, quando lo è solo per lo spregio dei diritti e delle vite umane, ma non ha nient’altro di comunista), racconta in questi giorni sui social.

Perché la guerra uccide anche la verità. Specie nell’epoca delle fake news.

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